"Era un giorno come tanti e pioveva. Ero in auto con due amici di vecchia data. Alla radio “Should I stay or should I go?” dei Clash. Un sorpasso, una curva fatta male: l'incidente. In quei momenti non pensi a niente, non pensi e basta. Il tempo si dilata, i secondi diventano secoli, i vetri proiettili, gli alberi cemento. Poi apri gli occhi e ti accorgi di essere ancora vivo. L'auto era letteralmente volata, ma il destino ha voluto che atterrasse su di una vigna, sopra un tendone, di fronte ad un cimitero. Eravamo tutti illesi: vivi. Sono tornato a casa e sono rimasto fermo, immobile, lì, di fronte ad uno specchio a chiedermi il perchè. Nel giro di qualche mese ho registrato un demo di 11 brani, ho stretto un contratto discografico con la Seahorse Recordings / Red Birds Records ed ho inciso quindi "Coffee & Cigarette Club", il mio primo album, pubblicato nel Settembre 2010. Ho fatto tutto questo solo perché avevo capito benissimo che sarei potuto morire lì, alle 15:30 circa, in una fottutissima macchina. Volevo suonare e allora ho deciso di farlo".
Happy Skeleton è il nome d'arte di Davide Delmonte. Il progetto musicale, di matrice alternative rock / grunge / electro, nasce nell’inverno del 2008, in seguito allo scioglimento della garage band in cui Delmonte militava, i My Chronic Dope, di cui era cantante, chitarrista ritmico e compositore. Dopo lo scioglimento della band ed in seguito ad un incidente stradale, Delmonte si convince di continuare a suonare e di mettersi in proprio. Nasce così lo pseudonimo Happy Skeleton.
Nel 2009 Delmonte firma un contratto con la Seahorse Recordings di Paolo Messere e registra "Coffee & cigarette club", il suo disco d'esordio. L'alubum, contentente 11 brani, è stato registrato e mixato nel luglio del 2009 a Mercatale di Cortona (AR) e infine masterizzato a Fiumedinisi(ME) da Paolo Messere [ad eccezione di "Le rouge", "Smoking cigarettes" e "There is no reset to me", registrati e mixati da Davide Delmonte nella sua casa fra il 2008 e il 2009 e in seguito integrati con altre parti strumentali, remixati e masterizzati da Paolo Messere]. Tutti i pezzi sono stati composti e suonati da Happy Skeleton. Alle regiastrazioni hanno partecipato, oltre allo stesso Davide Delmonte (voce, chitarre, synth, alcune batterie), Mauro Cassarà (batteria), Giuseppe D'Angelo (basso) e Paolo Messere (chitarre acustiche). La copertina del disco è stata disegnata da Valerio Pastore. "Coffee & cigarette club" è stato pubblicato l'1 settembre del 2010 con produzione Red Birds Records / Fridge Italia.
“Ascoltare “Coffee & Cigarette Club” è un po’ come essere a bordo di scricchiolanti montagne russe. Le rotaie arrugginite e tutto quel grigio metallo freddo sostengono il percorso, inevitabilmente fatto da sbalzi, che trascina negli abissi di un mare grezzo, per poi riportarti in alto con il cuore in gola e la voglia di urlare sotto la gelida pioggia a braccia aperte [...].”
(LoudVision 4/5)
“[...] I brucianti sei minuti dell’iniziale “Ann, revolution isn’t here” sono una delle migliori cose ascoltate in questa prima metà del 2010, mentre la disperazione di “Cut this vein” e le melodie vorticose di “Me and you” lasciano senza fiato. Caldamente consigliato a tutti coloro che rifuggono le banalità dell’offerta radiofonica attuale.”
(Rockerilla 8/10)
“[...] Undici canzoni che rimandano allo slowcore di Seam e Bedhead (“Ann, revolution isn’t here”), al postcore indolente dei Polvo (“32Noir”), al turbine shoegaze degli Swervedriver (“Cut this vein”), e in genere a quella generazione di band dei Novanta americani e inglesi a cavallo tra melodie, spigolosità dissonanti e poesia. Emotivo e drammatico.”
(Rumore 7/10)
“[...] É come se i barocchi Arcade Fire si scontrassero con i tenebrosi Bauhaus. Sono miscele ipnotiche ed ossessive quelle di Coffee and Cigarette, sono i riff reiterati (“Smoking Cigarettes”) che comunicano questo senso di malessere strisciante. Sono i Wire che si ritrovano catapultati nei traballanti anni 2000 e tentano di descriverli. [...] Coffee and Cigarette Club è un album che sa fotografare i tempi traballanti ed incerti nei quali viviamo.”
(Shiverwebzine)
“[...] Nell'ottica di un'evidente rinascita del grunge che in questi mesi si concretizza con il ritorno di Soundgarden e Alice in Chains, con la nascita dei Violent Soho e di altri baluardi del Seattle sound, Happy Skeleton potrebbe essere la risposta italiana a questo movimento. Un ottimo esordio, dalle melodie forti e il sound azzeccato, profondo e sentimentale, sincero e spontaneo.”
(Rockit)
“[...] Bastano i primi due minuti della traccia di apertura, “Ann, Revolution isn’t Here”, per capire di che pasta sia fatto Happy Skeleton, basta sentire “Cut This Vein” per tornare proiettati a cento all’ora nei disillusi e rabbiosi anni novanta e pensare che forse no, non erano così male.”
(MusicAttitude)
A partire dall’estate del 2013 Delmonte decide di iniziare le registrazioni del secondo disco "The Whole Damn System" in un’ottica di completa autoproduzione. Difatti l'album viene suonato, registrato, mixato, masterizzato e autoprodotto dallo stesso Davide Delmonte nella sua casa fra il 2013 e il 2015. L'album è stato autopubblicato il primo Maggio del 2015 tramite distribuzione CdBaby e contiene 16 brani. La foto in copertina è stata scattata dalla madre di Delmonte e immortala lo stesso Delmonte da bambino.
“[...] Interamente autoprodotto, The Whole Damn System è un insieme di sonorità grunge e alt-rock che richiama alla memoria gruppi come i Soundgarden o i Blur. Partendo da “Goalkeeper” dal tema emotivo e introspettivo, si passa per “Time”, col suo giro di chitarra iniziale alla Gallagher, e “Good” dalle più marcate distorsioni e riff. [...] Passo dopo passo questo artista sta dimostrando di avere la stoffa necessaria per evolversi e consolidarsi nella scena grunge.”
(Ondalternativa)
“[...] Un grunge su cui ancora aleggia lo spettro dei Nirvana (“Mindfucking”, “Mary”), con le voci sempre doppiate, una sorta di rudimentale Staley/Cantrell, e qualche guizzo pop alla Cranberries (“Time”). Insomma, gli anni '90 in tantissime declinazioni, compresa quella blues desertica di Mark Lanegan (“ Blue Morphine”), con dentro aperture post-rock alla Slint [...]. Il tutto con un linguaggio franco e onesto, che si coglie proprio dall'esigenza di Happy Skeleton di uscire sempre così, da solo, suonandosi e producendosi i suoi dischi in totale ottica DIY. Onesto, con se stesso e anche con gli altri. [...] Dietro ogni sparuto disco a firma Happy Skeleton c’è dentro un'idea coerente e pura. Mica poco.”
(Rockit)
“[...] La sua musica è un misto di indie rock ed attitudine punk gotica alla Cure, un melanconia strana e sottile, eppure dolcissima. Quando lo ascolti sei avvolto da uno straniamento che ti fa chiudere nelle spalle, ti fa riflettere e poi alla fine sorridere, il tutto è molto intimo ma non pseudo esistenzialista. [...] Sarebbe fin troppo facile definirlo cantautore punk, ma l’attitudine e l’urgenza nel dire è quella. “The Whole Damn System” ha tante cose da dire, le vuole dire in fretta ed in profondità e ci riesce benissimo. Disco autoprodotto e autopromosso, eliminando le barriere fra cantante e pubblico.”
(Iyezine)
“[...] É tanta la sostanza che si porta questo “The whole damn system” tra sonorità grunge e pop dalle tinte scure. In continuo contrasto tra fascino da concept album e una certa maturità musicale avvertibile in ogni singola traccia [...].”
(Shiverwebzine)
A inizi 2018 Delmonte inizia le registrazioni del terzo album decidendo di cambiare totalmente sound. Per la prima volta vengono messe da parte le chitarre e si dà spazio ai synth, ottenendo un disco di chiara matrice industrial / electro. Questo nuovo album, “Exit Strategy”, è un album in divenire, non è stato pubblicato in maniera tradizionale, ma ogni mese (generalmente il primo giorno del mese) Delmonte ha pubblicato sulla sua pagina YouTube un brano. Le pubblicazioni sono iniziate il 30 Aprile 2018 e sono terminate il 30 Aprile 2019, esattamente dopo un anno. L'album è stato completamente suonato, registrato, mixato e masterizzato da Davide Delmonte nella sua casa fra il 2018 e il 2019 e contiene 12 brani. L'autopubblicazione tramite CdBaby, su tutti i canali digitali e nel suo completo, è avvenuta in data 1 Giugno 2019. La foto di copertina è stata fatta da Leonardo Delmonte, fratello di Happy Skeleton.
“Buona prova in studio per Happy Skeleton, che segna nuove linee evolutive in "Exit Strategy". [...] La peculiarità dell'album sta proprio nel vivere snodi differenti dello stesso genere musicale senza cadere in episodi poco coerenti, sviluppando una tracklist concreta ed organica negli elementi. [...] Gli sviluppi musicali di Happy Skeleton, disco dopo disco, denotano un progetto vivo e capace di rinnovarsi.”
(Rockit)
“Con molte tentatizioni industrial e una struttura a stop and go ripetuti, ecco Sun, che apre il disco su toni decisamente oscuri. [...] Più estrema e gridata Underdog, con l’influenze di gruppi come i Prodigy in buona evidenza. [...] Because shit happens [...] continua nella stuttura ritmica a loop, con i Depeche sullo sfondo. [...] Circordato dalla propria aura oscura, il nuovo disco di Happy Skeleton colpisce per versatilità e per la consapevolezza con cui sono gestite le forze in campo.”
(MusicTraks)
Come avvenuto per il terzo disco, anche per questo quarto album,"Slow Play", Delmonte ha deciso di pubblicare su YouTube, mese dopo mese, i diversi brani una volta completati. Il primo brano "Dobermann" è stato pubblicato il 30 Marzo 2020, mentre l'ultimo "Brothers" il 30 Novembre 2021. Dopo alcune revisioni, l'album è stato pubblicato ufficialmente in data 2 - 2 - 2022 con distribuzione CdBaby. L'album è stato completamente suonato, registrato, mixato e masterizzato da Davide Delmonte (aka Happy Skeleton) nella sua casa fra il 2020 e il 2021. In questo album c'è un ritorno alle radici rock, grunge e punk dopo la parentesi dello scorso album in cui venivano esplorati territori electro e industrial.
“Ennesima riconferma per Happy Skeleton, che nel suo nuovo lavoro dalle sonorità alternative rock si racconta con estrema sincerità. [...] L’artista pugliese è riuscito a catturare con la stessa sincerità ed urgenza del suo esordio emozioni e dubbi, racchiusi in sedici brani di grande intensità. [...] Nella macro categoria dell’alternative rock creano un piccolo gioiello in grado di esprimere il dolore più lancinante senza perdersi in sentimentalismi. [...] Una riconferma da parte di un artista che riesce a tuffarsi in sonorità del passato risultando comunque sempre stimolante.”
(Rockit)